Uno dei problemi più grandi di questi tempi – in cui, per inciso, vi sono milioni di abitazioni sfitte – è lo sfratto. Molte persone in affitto non riescono a pagare l’affitto per difficoltà temporanee oppure, caso ben più raro, vengono sfrattate perchè il locatore deve adibire l’immobile a usi specifici.
Lo sfratto per morosità rappresenta una vera e propria piaga. La sua diffusione è enorme e non sempre chi è sfrattato ha soluzioni abitative alternative. E’ bene quindi fare tutto il possibile, mediante l’ausilio di un avvocato immobiliarista, per difendersi qualora ve ne siano i presupposti.
La redazione di questa miniguida sugli sfratti serve proprio a fornire indicazioni fondamentali per chi cerchi un avvocato immobiliarista ad Alpignano, a Pianezza, a Rivoli, a Collegno, a Grugliasco, a Rosta, a Venaria, a Druento, a Nichelino, a Moncalieri, in tutta la provincia di Torino e, ovviamente, a Torino.
Andiamo con ordine.
Il primo problema da sottoporre all’avvocato immobiliarista è il tipo di atto che abbiamo ricevuto in notifica a casa: è uno sfratto, è un precetto, è una monitoria di sgombero? La verifica del tipo di atto – per inciso è sempre bene ritirare gli atti quando ce li notificano, per evitare brutte sorprese – fornisce già indicazioni sulla strada da seguire. Se abbiamo ricevuto una “intimazione di sfratto”, dovremo presentarci in tribunale all’udienza fissata, sapendo che il processo potrebbe non ancora risultare agli occhi del giudice, essendo possibile iscriverlo al ruolo del tribunale fino all’ultimo momento. E’ difficile, però, che il locatore simuli uno sfratto senza proseguirlo. Se si riceve, invece, un precetto a lasciare l’immobile, avremo una intimazione che è già accompagnata da una ordinanza di sfratto: significa che non ci siamo attivati per tempo. L’ordinanza provvisoria o definitiva di sfratto consente al locatore si mandarci via. La monitoria di sgombero ad una certa data è ancora più grave: dobbiamo lasciare l’immobile.
Ora, qualunque atto sia, è sempre bene ritirarlo presso la Casa comunale o direttamente dalle mani dell’ufficiale giudiziario e portarlo direttamente all’avvocato immobiliarista.
Non paga la politica di chi rifiuta di ricevere l’atto: il sistema dell’ordinamento italiano consente di considerare l’atto come consegnato anche se concretamente non lo è stato.
All’udienza di sfratto ci si presenta con l’avvocato: è bene quindi attivarsi prima per ottenere il patrocinio a spese dello Stato (per i non abbienti) o comunque per fornire la delega necessaria. L’avvocato assisterà il conduttore all’udienza.
Molti conduttori sperano di evitare la sfratto asserendo che in realtà l’immobile era in cattive condizioni, ma non si tratta di una pratica perseguibile. Lo sfratto dipende unicamente dal mancato pagamento del canone e non da altro.
Il fatto che il Giudice convalidi lo sfratto significa, in sostanza, che dà termine al locatore di non iniziare lo sgombero prima di una certa data. Anche il conduttore può far valere le sue ragioni, ma deve farlo con l’opposizione allo sfratto, che però di solito non impedisce di dover l’asciare l’abitazione.
L’avvocato immobiliarista troverà la strategia migliore per limitare i danni della morosità. Ciò significa che chi non paga il canone è comunque dalla parte del torto, ma è possibile concordare con il locatore soluzioni diverse. Ciò anche in sede di mediazione civile obbligatoria, a cui il locatore è obbligato nell’ipotesi in cui il conduttore si opponga.
Articolo redatto ad Alpignano e a Torino da Studio Duchemino il 28 ottobre 2019