Il 30 dicembre 2014, un po’ in sordina, il Ministro della Giustizia ha presentato i primi risultati del cosiddetto “processo telematico”, cioè la nuova modalità di processo che si svolge con l’aiuto delle moderne tecnologie digitali.
Il rapporto parla di un milione di atti depositati da avvocati nell’ultimo anno, oltre al milione e mezzo di atti depositati dai Magistrati. Attualmente, ai dati statistici che comprensibilmente descrivono un incremento del fenomeno del 500 % fa da contraltare un effettivo sviluppo del processo telematico? In realtà permangono ancora numerose difficoltà, specialmente per i professionisti, prima tra tutte quella strettamente tecnologica. A Torino sembra, stando a quanto afferma il rapporto del Ministero, che anche la durata dei processi si sia dimezzata. In realtà, ciò in parte potrebbe essere vero per i processi interamente telematici, ma non per quelli già pendenti in precedenza, i quali vivono rinvii della udienza di precisazione delle conclusioni anche da un anno all’altro. Funziona abbastanza bene la banca dati Polisweb, nell’ambito della quale gli avvocati possono accedere in ogni momento alle informazioni relative ai procedimenti. La versione ministeriale pubblica è utile anche per i clienti, che vogliano consultare, mediante l’uso del cosiddetto numero di registro generale (in gergo l’R.G.) la posizione del loro procedimento e lo stato della causa. Il portale dei servizi telematici, infatti, è accessibile a chiunque (http://pst.giustizia.it/PST/) e richiede solo un po’ di pratica d’uso, considerato che per consultare le banche dati è quanto meno necessario scegliere quale banca dati consultare e non tutti i cittadini hanno le idee chiare sul punto. Peraltro, anche dal cellulare il sito è piuttosto responsivo. Sotto questo profilo, il Ministero dà conto dell’applicazione per il mobile chiamata “Giustizia civile”, che consente appunto di accedere in modo più mirato al servizio.
Dal 31 dicembre 2014 diventa così obbligatorio il deposito telematico degli atti endoprocedimentali, anche per i processi anteriori alla riforma. Ciò è quanto molti avvocati già stanno compiendo, diminuendo così gli accessi al tribunale per le incombenze di deposito e consentendo al collega di controparte di leggere in tempo reale le memorie, estraendole semplicemente dal sistema.
Dal 31 marzo 2015 entreranno in vigore le iscrizioni a ruolo telematiche del pignoramento per le cause di esecuzione forzata.
Dal 30 giugno 2015 anche le Corti di Appello dovranno adeguarsi all’obbligatorietà del telematico integrale per gli atti endoprocedimentali. Infatti, ad oggi non è così. Interessa, peraltro, agli avvocati soprattutto l’estensione del telematico agli atti introduttivi, oggi confinati ad alcune categorie. In alcuni Tribunali, tutto è telematizzato. Bell’esempio, quello del Tribunale di Biella, in Piemonte.
Viene, poi, diffuso un file PDF, con la descrizione dello stato dell’arte circa il processo telematico, file reperibile qui: http://www.giustizia.it/giustizia/protected/1109347/0/def/ref/NOL1109346/.
Indubbiamente, ma non è sempre vero, la velocità di alcuni procedimenti appare sensibilmente aumentata. Ma a Torino, per esempio, l’emissione di un decreto ingiuntivo, il cui ricorso è stato depositato telematicamente, può richiedere ancora molto tempo (anche 20 giorni o 30). Pesante è l’esclusione dal telematico dei Giudici di Pace, con annessi e connessi. L’accesso al sistema Polisweb ha registrato 4.500.000 di connessioni al giorno.
Non sono, però, tutte rose e fiori, considerate le difficoltà tecnologiche a cui sono sottoposte queste riforme (si ricorda la problematica del deposito di atti non autorizzati telematicamente e le relative conseguenze), con certificati in continua scadenza, problematiche di manutenzione informatica riguardanti il programma di redazione degli atti giudiziari, oneri e spese connesse con la digitalizzazione e a carico interamente dei professionisti. Altra enorme difficoltà riguarda la creazione di circoscrizioni giudiziarie spesso assurde, che assommano località troppo distanti tra loro, le difficoltà nelle notifiche degli atti. Interessante, invece, la possibilità per gli operatori di autenticare le copie estratte dal fascicolo Polisweb, evitando le solite code in cancelleria. E la possibilità di operare su città diverse senza spostamenti troppo frequenti.
Attendiamo, comunque, di verificare più avanti gli esiti della riforma, che va nella direzione giusta.
Articolo redatto a Torino da Studio Duchemino l’11 gennaio 2015