Gli obbligazionisti subordinati di MPS si trovano di fronte al bivio, se decidere di accettare la conversione del loro prestito in azioni dell’Istituto, dando così di fatto origine ad un aumento di capitale, oppure se rifiutare e rischiare il bail in, cioè la procedura di salvataggio della banca con capitali degli obbligazionisti e azionisti.
Ci siamo occupati già di bail in.
Attualmente il Tesoro avrebbe potuto garantire l’aumento di capitale e salvare la banca, ma tuttavia l’ingresso di J.P Morgan con la sua pre-garanzia ha indotto il Governo a fidarsi di questa garanzia, che interverrebbe però solo a certe condizioni – a titolo esemplificativo, J.P. Morgan chiedeva tra l’altro che la Banca si liberasse dei crediti deteriorati -.
Gli obbligazionisti che hanno obbligazioni MPS subordinate si vedono di fronte ad un bivio: se accettano l’operazione di conversione, come sembra stia facendo Generali Assicurazioni, diventano azionisti, va in scena l’aumento di capitale e ricevono ovviamente un prezzo vantaggioso per le obbligazioni di cui sono in possesso. Tutto questo a condizione che si raggiunga un livello sufficiente di conversioni. Se, invece, non accettano, l’Istituto dovrà comunque procedere al bail in per “salvarsi”.
Dunque, poche prospettive di scelta, con il titolo che da diverse settimane sale e scende nelle quotazioni di Piazza Affari.
Articolo redatto a Torino da Studio Duchemino il 30 novembre 2016