Mentre la deflazione si fa sentire nella varie città italiane e l’indice dei prezzi, a Torino, scende dello 0,6 per cento, andando ad incidere ovviamente anche sulla rivalutazione di varie somme tra cui il trattamento di fine rapporto, il Governo ha posto allo studio una misura che potrebbe servire ad incrementare i consumi per quelle fasce di lavoratori che non hanno ricevuto il famoso bonus degli 80 euro in busta paga: l’anticipo del 50 % del trattamento di fine rapporto.
Ricordiamo che il cosiddetto t.f.r. è retribuzione a tutti gli effetti, in quanto accantonata durante il rapporto di lavoro, il cui trasferimento avviene in via differita al momento dell’interruzione del rapporto di lavoro, sia dovuta a licenziamento (recesso), sia ad altre ragioni quali le dimissioni del lavoratore.
In questa fase economicamente delicata, nell’ambito della quale si discute se la precarizzazione ulteriore dei rapporti di lavoro potrebbe portare risultati utili (probabilmente utili nell’ambito di una situazione economica di grande crescita, nella quale chi perde il posto di lavoro ne trova facilmente un altro pochi giorni dopo), ovvero rendere ancora più drammatica la decrescita dei consumi a causa della diminuzione del reddito, il Governo studia quindi una misura che potrebbe, almeno teoricamente, fornire supporto ai consumi.
Se l’indice dei prezzi cala, ciò significa che non solo non si verifica l’inflazione (al 2 % gli economisti la considerano “adeguata”), ma chiunque debba lavorare offrirà la propria prestazione lavorativa ad un costo più basso, pur di accaparrarsi la commessa, con il risultato che si avvia una spirale pericolosa di abbassamento dei prezzi dalle conseguenze devastanti. La riduzione dei redditi, infatti, produce ulteriore riduzione della domanda e dei consumi, con conseguente estremizzazione del calo del P.I.L..
La misura proposta, per quanto utile e rimessa comunque alla volontà del lavoratore, deve fare i conti con la realtà aziendale. Si può dire, infatti, che le aziende di media dimensione trattengono il t.f.r. integralmente, e questo, a fronte del malfunzionamento sistemico del sistema di finanziamento degli Istituti di Credito italiani, rappresenta un fondo di finanziamento dell’impresa piuttosto importante. Il trasferimento, magari in unica soluzione a fine anno al lavoratore, del 50 % del t.f.r. maturato, ridurrebbe tale fondo.
Si resta, quindi, in attesa di verificare quali saranno le decisioni del Governo italiano.