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L’avvocato a Torino: che cosa significa essere avvocati a Torino oggi?

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La storia dell’avvocatura a Torino è certamente gloriosa: i suoi fasti si intravedono nelle informazioni che ogni avvocato a Torino può ricavare leggendo semplicemente la pubblicazione degli avvocati a Torino, cioè la famosa “Pazienza”.

Che cosa significa essere avvocati a Torino oggi e quanto è cambiata la professione in questi ultimi cinquant’anni?

La professione di avvocato – sempre blindata nei rigidi schemi della protezione corporativa -, purtroppo in crisi profonda a causa della mancanza del numero chiuso nelle facoltà di giurisprudenza e di molti altri fattori contingenti, è cambiata radicalmente negli ultimi decenni. Anzitutto va detto che la professione “protetta” forense non ha mai avuto le sembianze delle cosiddette “firm law” anglosassoni, che si affacciano in modo estremamente timido anche nel nostro panorama culturale odierno.

I pochi tentativi, spesso non riusciti, di introdurre mentalità più aperte e flessibili, in una parola più internazionali, vista la globalizzazione, confliggono drammaticamente con l’impianto borbonico e fiscalizzato dello Stato italiano, vecchio e conservatore. Uno dei pochi, come si insegna nelle facoltà di legge, a vantare un “diritto amministrativo”.

La stessa resistenza affrontata dal trust come concezione del tutto diversa dalla proprietà giusromanistica dimostra la difficoltà dell’avvocatura di fronte alle sfide e ai nuovi istituti, ai cambiamenti epocali ed economici.

Oggi la realtà piemontese è particolare: numerosissime sono le associazioni di avvocati a Torino che uniscono sotto l’egida di profondi ideali, i nostri avvocati. Ci sono le associazioni tematiche, quelle che legano i giovani, quelle che si occupano anche di politica o di formazione continua.

L’avvocato è una figura che compare in ogni contesto associativo e finanche societario. L’avvocato si occupa contemporaneamente della grande società e del pensionato, delle aziende medio piccole e dei lavoratori, dei diritti civili e politici e di tutto quello che riguarda la vita delle persone.

L’avvocato svolge ruoli privati, ma anche pubblici, a partire dalla parziale privatizzazione di certi settori amministrativi.

L’avvocato a Torino risponde alle esigenze della città, che nascono dal suo collegamento con l’Europa e con il mondo.

Il periodo della Fiat, quando Torino aveva raggiunto la massima esplosione demografica, ha conosciuto i fasti dell’avvocatura, qualcosa di quello che si legge nel libro “Vita di un avvocato” di Franzo Grande Stevens. I grandi studi degli anni Settanta e Ottanta, però, non avevano molto a che fare con l’esperienza della globalizzazione, che ha travolto l’economia italiana, insieme alla rivoluzione digitale.

Oggi la realtà produttiva, fatta anche e soprattutto di piccole partite i.v.a., richiede un adeguamento nella preparazione dell’avvocato, oltre alla sua capacità di adattarsi ai nuovi linguaggi dell’era cibernetica: processo telematico anzitutto. Oggi a Torino l’avvocato è anzitutto l’avvocato di chi non arriva a fine mese e chiede il patrocinio a spese dello Stato, istituto che con notevoli difficoltà garantisce il diritto costituzionale ad una difesa per ogni cittadino.

Oggi l’avvocato a Torino rappresenta una realtà di servizi agile, con struttura semplificata, capace di muoversi verso le esigenze del cliente più disparato. Il mondo è cambiato completamente: si parla di social network, di new economy, di processo telematico, di informatica giuridica. Si parla degli effetti di una radicale trasformazione antropologica, che l’avvocato a Torino segue e interpreta secondo la sua natura e cifra ermeneutica.

La clientela richiede all’avvocato civilista servizi che riguardano tutti gli aspetti della “vita quotidiana”: l’avvocato deve essere in grado di aggiornarsi e rispondere ad ogni esigenza, quella commerciale, quella lavorativa, quella immobiliare. E non solo.

L’avvocato deve rispondere ad ogni esigenza il cliente gli presenti, semplicemente perchè si vive ormai in un mondo in cui è bene muoversi con il proprio avvocato al fianco anche per una semplice pratica burocratica.

L’avvocato a Torino e lo studio legale a Torino coprono inevitabilmente la provincia e il mondo piemontese e non limitano mai la propria attività al capoluogo, proprio perchè essere avvocati a Torino oggi significa inevitabilmente essere avvocati piemontesi prima e italiani poi, in un contesto metropolitano sempre più interconnesso con la provincia, con la prima cintura (Alpignano, Pianezza, Collegno, Druento, San Gillio, Givoletto, Grugliasco, Orbassano, Rivoli, Rivalta, Nichelino, Moncalieri e, dalla parte opposta, Settimo, San Mauro, Venaria eccetera) e con le altre province.

Con le difficoltà inevitabili di scoprire che la riperimetrazione delle circoscrizioni territoriali porta all’assurdo di dover affrontare cause ad Ivrea se si abita in provincia, perchè il riformatore non ha tenuto conto delle connessioni territoriali.

Ma l’avvocato a Torino agisce e lavora su tutti i contesti del Piemonte e poi, dell’Italia. Oltre a dover affrontare le sfide dell’immigrazione che includono il diritto internazionale come metro di giudizio sulle singole vicende dotate di elementi di estraneità alla cittadinanza italiana.

Non da ultimi i diritti civili, quelli della famiglia e non solo. Lo Studio legale a Torino ha a che fare con battaglie e sfide avanguardiste, per la tutela di diritti ancora non sufficientemente tutelati, vista la mutevolezza del panorama cittadino, e il collegamento “europeo” della capitale dell’automobile e del libro.

Essere studi legali a Torino significa fornire servizi a tutto tondo, con particolare riguardo alla qualità, alla velocità e ai costi della prestazione.

Torino è una città esigente, è la città dello slow food e dell’alimentazione biologica, del sì/no TAV; dell’arte e dell’archeologia, dell’abolizione della plastica monouso e del Vermouth, della Juve e della chiusura degli ospedali per bambini, del Politecnico e dei viali alberati, dei giovani che studiano e dei giovani che se ne vanno all’estero: una città piena di ricche contraddizioni.

Articolo redatto a Torino da Studio Duchemino il 28 marzo 2019

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